mercoledì 30 aprile 2008

Esiste solo un diritto, il diritto alla vita!


È stato scritto che l’aborto è lo scandalo supremo del nostro tempo: Forse non basta.
Forse è lo scandalo supremo di ogni tempo. Quando mancano all’appello milioni e milioni di persone in tutto il mondo siamo di fronte ad un immenso e violento rifiuto degli indesiderati, ad una porta chirurgicamente e farmacologicamente chiusa in faccia alla vita nascente.
Non ci si spaventi della parola, ma quello in atto è un genocidio, nel senso che si abbatte su una vera e propria “gens” – i bambini non nati – appartenenti a tutte le “ gentes”, ovvero a tutti i popoli.

Ma come abbiamo fatto ad arrivare a questo punto?

Ci hanno raccontato che l’aborto legalizzato doveva tutelare le donne, invece ha rovinato la vita di molte che oggi ne sono pentite , in pubblico o in privato, pagandone atroci conseguenze psicofisiche.
Ci hanno giurato che l’aborto era l’ultima soluzione possibile per evitare una gravidanza indesiderata, invece è diventato l’ultimo contraccettivo, il più tragicamente sicuro.
Ci hanno insegnato che l’aborto legale avrebbe sconfitto quello clandestino, invece semplicemente coesistono entrambi in una logica di mercato bianco e nero.
Ci hanno “dimostrato” che la pillola RU486 era una soluzione semplice ed indolore, è invece provato che è un potente abortivo chimico che, oltre ad aver ha già mietuto vittime tra coloro che l’hanno ingerita, abbandona le donne, in questa terribile scelta, in una straziante solitudine.
Ci hanno spiegato che la scienza aveva dichiarato che l’embrione non è un essere umano, invece oggi più che mai si evidenzia che la vita non ha soluzioni di continuità, dal concepimento fino alla morte naturale.
Ci hanno parlato della libertà di scegliere della donna ed invece la donna è libera se può scegliere se far nascere un bambino senza essere abbandonata dallo stato.
Ci hanno svelato che era fondamentalismo cattolico essere contrari all’aborto, invece tanti atei o agnostici scoprono che è semplicemente vero che uccidendo un embrione si uccide un bambino.
Ci hanno giurato che era negato il diritto delle donne all’autodeterminazione, invece il diritto negato è quello alla vita di chi non si è messo al mondo da solo ed anche di chi, innaturalmente, togliendogli la possibilità di nascere, si condanna all’infelicità
Ci hanno…
preso in giro
e noi ci abbiamo creduto.

Perché il giro di soldi che è collegato al mercato dei figli non nati è enorme.
Perchè gli inconfessabili interessi delle multinazionali vanno protetti sulla pelle dei bambini e delle loro madri.
Perché i prodotti chimici abortivi rimpinguano le tasse delle industrie farmaceutiche.
Perché le cliniche ove si praticano gli aborti prendono denaro dallo stato che riscuote da noi le tasse per pagarle.
Perché le strutture di sostegno alle madri in difficoltà costano ed a nessuno interessa davvero aiutarle.
Perché le popolazioni emergenti, se contenute nel numero, vengono controllate politicamente ed economicamente meglio dalle società opulente ma senza figli.
Perché l’’utilitaristica società contemporanea, dominata dalla logica del profitto e del consumo, considera antieonomica la famiglia, ancor più se numerosa, e considera parassitari ed improduttivi, quindi indegni di adeguata tutela, i suoi elementi più deboli: gli anziani ed i bambini.
Perché ci guadagnano in tanti, tantissimi, ma nessuno ne parla.
Ma noi si, ne vogliamo parlare.
Perché noi non svenderemo il futuro per un pugno di dollari.

E allora…facciamo appello a tutte le donne e gli uomini liberi perché insieme alziamo forte al cielo la bandiera della vita e la sventoliamo con convinzione personale e comunitaria.
Perché nessun bambino venga più sacrificato sull’altare insanguinato dell’edonismo e degli interessi economici inconfessabili e silenziati.
Perché nessuna donna venga più ingannata su chi ha in grembo per poi essere immessa nel circuito della morte, anche propria.
Perché nessuna madre venga più abbandonata con un figlio in arrivo e senza sostegno, sia economico che morale.
Perché nessun uomo venga più privato dal suo diritto alla paternità da scelte altrui, unilaterali e non condivise.
Perché ben presto si prendano tutte le iniziative necessarie - culturali, politiche e sociali – a che non ci sia più un solo aborto in Italia e nel mondo, ponendo in essere una vera e propria moratoria che porti il tasso a zero.
Perché in questa prospettiva si abroghi la legge 194, “legge ingiusta e integralmente iniqua”, per sostituirla con un’altra legge veramente a tutela del bambino e della donna.
Perché nessuna società si fondi più sulla cultura della morte che cambia i nomi delle cose perché non vengano riconosciute per quello che sono, ma piuttosto si basi sulla vita e sulla solidarietà verso i più deboli, verso le donne ed i bambini, i cui diritti non possono essere, e non sono mai, veramente in contrasto; perché esiste un solo diritto, il diritto alla vita, di entrambi e quindi della nostra Civiltà.

Comitato 22 Maggio
Per la vita contro l’aborto